lunedì 1 novembre 2010

Rimosso il cigno di Legambiente dalla scuola

Nostro malgrado dobbiamo tornare sulla paradossale vicenda che il 25 ottobre u.s. ha visto i Carabinieri intervenire per far rimuovere la bandierina di “LegaAmbiente” dal cancello delle scuole medie di Sirmione, dove alcuni studenti l’avevano lasciata al termine della mattinata dedicata alla pulizia delle spiagge della penisola, nell’ambito del percorso didattico di educazione ambientale, concordato e pianificato con l’Autorità scolastica. Tra l’altro tale iniziativa ambientale è ormai consolidata da anni non solo a Sirmione e ha come scopo quello di diffondere tra i ragazzi il valore costituzionalmente garantito della tutela dell’ambiente. Come si ricorderà, la stampa locale ha scritto che su sollecitazione del Prefetto di Brescia, i Carabinieri di Sirmione si erano presentati in divisa e in orario di lezione dal Preside della Scuole medie “Trebeschi”, ordinando l’immediata rimozione del vessillo di “Lega Ambiente”.

Dicevamo nostro malgrado, perché ci aspettavamo che venissero date dalle risposte agli interrogativi contenuti nel comunicato stampa di una delle associazioni che aveva organizzato la giornata dedicata all’ambiente. Ci aspettavamo che il Prefetto affermasse che vi era stato un fraintendimento, che la bandierina di “Lega Ambiente” non poteva essere equiparata a quella di un partito o di un movimento politico, che non era e non poteva essere un problema di ordine e sicurezza pubblica, che lo Stato ha altri strumenti per intervenire in simili situazioni, magari attraverso il competente Provveditorato agli Studi.

Da chi rappresenta a così alti livelli lo Stato ci si aspetta maggiore attenzione alle forme, una maggiore capacità di riconoscere i problemi e affrontarli senza eccessi.
Ci aspettavamo poi che l’Arma dei Carabinieri affermasse che i militari avevano obbedito ad un ordine, ma con eccessivo zelo e visto il momento di particolare tensione sociale fossero state diramate le opportune indicazioni operative, evitando isolate iniziative, che possono portare solo all’inutile amplificazione e quindi alla strumentalizzazione di fatti che non devono essere ricondotti alla contrapposizione politica.

Anche perché, di fronte al serbato silenzio delle istituzioni, non possiamo non chiederci come mai, in altre, non vi sia stato un altrettanto tempestivo intervento da parte del Prefetto e della forza pubblica, quando era evidente il persistente uso di simboli politici al di fuori degli spazi consentiti. La brutta pagina delle scuole di Adro deve essere ancora chiusa e molti dei 700 soli delle alpi sono ancora lì, in quell’occasione non vi è stato un tempestivo intervento da parte delle istituzioni. Vorremmo inoltre sapere come mai lungo le strade della nostra Provincia continuano a campeggiare indisturbati simboli e scritte che non solo inneggiano ad un preciso partito politico, ma addirittura integrano la segnaletica stradale stabilendo l’appartenenza dei Comuni alla “Repubblica del Nord”. Il Prefetto forse ritiene che è meglio che gli studenti si riconoscano nella “Repubblica del Nord” e non in uno Stato che riconosce e tutela il valore dell’ambiente? Inoltre, siccome stentiamo a credere che quella mattina il Prefetto in persona sia passato davanti alle scuole medie di Sirmione, vorremmo sapere chi abbia mai potuto alzare il telefono ed ottenere l’immediato invio della forza pubblica. Per questo, con non poca preoccupazione ci chiediamo che cosa succederà in occasione della prossima manifestazione studentesca, quando potrebbe balenare a qualcuno l’idea di affiggere una bandiera della pace, quale sarà il criterio discriminante tra ideologia e civiltà? L’unico rammarico è che non si sia trattato di una rivisitazione della fiaba di Pinocchio, dove i gendarmi col pennacchio correvano dietro agli scolari indisciplinati anziché al “Gatto e alla Volpe”.

Il Partito Democratico Gardesano esprime quindi la massima solidarietà a “Legambiente” e al “Comitato per la Tutela di Punta Grò e Territorio di Sirmione”, nonché alla scuola media Trebeschi di Sirmione auspicando per il futuro un crescente impegno verso i giovani, proseguendo i progetti di formazione sostenuti tra l’altro anche dal Comune di Sirmione.

Ogni generazione è cresciuta riconoscendosi nei valori socializzanti, fa parte del percorso della crescita, nel mondo di oggi attraversato dai cambiamenti climatici provocati dall’impatto dell’uomo sulla terra, non possiamo che provare un senso di soddisfazione quando dei ragazzi, cittadini di domani, manifestano con orgoglio il proprio affetto verso la natura e la salvaguardia del proprio territorio.

giovedì 28 ottobre 2010

Pesi e Misure

PUBBLICHIAMO IL COMUNICATO STAMPA DEL COMITATO PER LA TUTELA DI PUNTA GRO' E DEL TERRITORIO SIRMIONESE, SULLA VICENDA DELLA BANDIERA DI LEGAMBIENTE AFFISSA SUI CANCELLI DELLA SCUOLA ELEMENTARE TREBESCHI DI SIRMIONE.

"Abbiamo appreso dai quotidiani locali dell’intervento dei Carabinieri di Sirmione per la rimozione della bandiera di Legambiente che, ci risulta, gli stessi ragazzi delle scuole medie avevano simpaticamente deciso di esporre sul cancello della loro scuola dopo la giornata ecologica organizzata anche dallo scrivente comitato per la pulizia delle spiagge della penisola.
Sempre secondo quanto appreso dai giornali, i Carabinieri di Sirmione si sarebbero mossi su ordine del Prefetto di Brescia.
Non avendo altri elementi per valutare quanto accaduto e in attesa di conferme o smentite da parte del Prefetto di Brescia, riteniamo, anzi auspichiamo che il tutto sia riconducibile ad un’incomprensione tra l’Autorità Provinciale di Pubblica Sicurezza e la Forza Pubblica, o magari anche solo all’eccesso di zelo di qualche singolo militare che dopo i fatti di Adro deve avere pensato di fare anche lui pulizia, non delle spiagge ma di simboli che potevano infastidire qualcuno ma che non hanno nulla a che vedere con la Politica.
Comunque sia anche se l’ordine fosse arrivato direttamente dal Prefetto, riteniamo che i zelanti militari avrebbero potuto limitarsi a telefonare all’Autorità Scolastica, chiedere delucidazioni, e, al limite rivolgere l’invito a rimuovere il vessillo.
Infatti, non deve essere stato molto educativo per i ragazzi vedere arrivare i Carabinieri e costringere il personale della scuola a togliere la bandiera, come se potesse rappresentare chissà quale nefandezza: ricordiamo infatti, che gli stessi ragazzi erano stati dotati di cappellini, borse riportanti lo stesso simbolo e che sono finiti nelle case di ciascuno di loro: che cosa dovranno fare ora i genitori?perquisire le stanze dei loro figli e disfarsi di tutto ciò che ricorda una giornata passata pensando alla pulizia dell’ambiente?
Ricordiamoci tutti che l’ambiente è un valore che dovrebbe accumunarci anziché dividerci e lo sforzo delle associazioni e delle scuole per educare i giovani corre il rischio di essere vanificato da un atto di forza assolutamente superfluo, almeno in un Paese di 6000 anime, dove tutti si conoscono e dove simili problemi, se li vogliamo considerare tali, possono essere risolti con maggiore attenzione alla forma essendo coinvolta comunque una scuola.
La tutela dell’ambiente non ha colore, non è di destra e non è di sinistra, e non vorremmo che sia oggetto di stupide rivalse."

Sirmione, 28 ottobre 2010

Il Presidente
Avv. Laura Simeone

venerdì 1 ottobre 2010

Bersani alle Camere



Signor Presidente del Consiglio, è le seconda volta in ventotto mesi che lei interviene alla Camera. La prima volta fu per l'insediamento, e concluse allora il suo discorso con uno squillante «viva il Parlamento». Da allora, qui, non l'abbiamo più sentita, ci ha mandato 36 voti di fiducia e 54 decreti. Abbiamo vissuto in questi due anni l'epoca gloriosa del ghe pensi mi, con risultati che sono sotto gli occhi.
Lei, allora, fece una promessa fondamentale in quel discorso, anche se - come ha ricordato - aveva chiaro che avevamo la crisi davanti. La promessa era: crescita. Pronunciò una ventina di volte la parola crescita. Vorrei informare che noi abbiamo avuto il calo più grande nella storia del dopoguerra, nella crisi, quasi doppio rispetto agli altri principali Paesi europei.
Il fatto nuovo che vorrei farle considerare è che ci stiamo staccando - per la prima volta nella nostra storia recente - dal gruppo di testa dei Paesi europei.
Come si fa a prendere sul serio quello che è venuto a raccontarci oggi? Mi lasci dire, un discorso molto debole, pieno di promesse risapute, e non c'era un fatto nuovo del suo discorso. Promesse che non arrivano mai, promesse che marciano sulla Salerno-Reggio Calabria; ricordo che nel 2001 ci sarebbero voluti tre mesi per farla partire, poi ci disse che sarebbe partita nel 2006, impariamo adesso che parte nel 2013: ci tenga aggiornati!
Altre promesse: abbassiamo le tasse, il federalismo risolverà tutto, facciamo un bel piano per il sud - con tanto di banca - qualche minaccia alla magistratura e qualche risaputa rivendicazione di un ruolo internazionale. Chieda il Nobel per la pace! Credo che siamo a un passo da questa richiesta (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).
Al di là delle battute, qual è il punto di fondo? Il punto di fondo è che nelle sue parole non c'è comprensione della situazione di questo Paese. Non c'è l'Italia, quella vera. Gli italiani sono arrabbiati, sono scontenti, c'è sbandamento, incertezza, e tanti vivono un vero dramma. Attenzione, le tensioni sociali si acuiscono, e abbiamo un Governo che spesso accende i fuochi, invece di spegnerli. Il punto che sta sotto a tutto questo, signor Presidente, ve lo diciamo da due anni: non c'è abbastanza lavoro in questo Paese. Ci vuole più lavoro in questo Paese.L'economia è troppo bassa in questo Paese. Come dobbiamo dirvelo? Non terrete a posto i conti con un'economia così bassa, come dobbiamo dirvelo?
I redditi e i risparmi si stanno assottigliando, non c'è dubbio. Il sud si allontana. Adesso andate a fare promesse, dopo che l'avete massacrato, e devo sentire qui che rimettono il credito d'imposta, che verrà adottato il prestito d'onore. Questo già c'era, ma l'avete tolto! Suvvia, orsù. Perché venite a dirci queste cose?
Ascoltate le piccole imprese. Queste vi diranno che c'è meno lavoro, meno credito, molte chiacchiere e più burocrazia di prima. Questo è quanto vi diranno le piccole imprese.
Lasciamo stare gli altri discorsi. Avete, invece, nozione di come è messa, in queste settimane, la scuola italiana? Di come sono messe le università, in concreto? Avete nozione della situazione dei ricercatori e degli insegnanti? Ne avete nozione in concreto? Sapete quanti servizi salteranno dal prossimo gennaio per il drammatico taglio che avete imposto agli enti locali? Sapete che i costi delle mense sono già raddoppiati? Questo lo sapete o non lo sapete?
Poi parlate di sicurezza. Sapete cosa stanno pensando gli operatori della sicurezza, quelli che vanno a fare le operazioni di cui poi voi vi vantate? Cosa stanno pensando? Dite di andare a prendere risorse dal Fondo per i sequestri ma questo vale il 10 per cento di quello che gli avete tagliato.
Signor Presidente del Consiglio, non raccontiamoci più delle cose simili ma guardiamo in faccia questo problema. Vi è un Paese reale, in carne e ossa, che non vuole più chiacchiere ma vuole qualcosa di concreto.
Allora, vogliamo varare una riforma fiscale? Noi abbiamo una proposta, vi va bene? Abbiamo una proposta per scaricare il peso fiscale dal lavoro, dalle imprese e dalle famiglie e per caricarlo su evasione e rendite. E poi basta con i condoni! Vogliamo discuterne?
Vogliamo discutere di politica industriale, di politica per le tecnologie e la banda larga, di politiche per l'efficienza energetica, di politiche per un'edilizia in grado di far risparmiare energia? Abbiamo proposte e sono proposte che possono dare un po' di lavoro. Vogliamo discutere del fatto di alleggerire un pochino gli enti locali consentendo loro di avere un po' di cantieri e di lavoro e di reggere i servizi fondamentali?
Ci dite di non venire a parlare dei soldi. Non potete permettervi di venirci a dire qualcosa sulla questione dei conti pubblici perché li avete solo fatti «sballare», dal 1994 ad oggi, mentre noi li abbiamo sempre e solo corretti.
È offensivo che veniate a dirci questa cosa. È offensivo! Vi spieghiamo noi dove prendere i soldi, ve lo diciamo noi.Si è detto «Governo del fare». Ma del fare che cosa? Abbia pazienza, signor Presidente del Consiglio, ma sono 10 anni che governate con la Lega, 7 anni negli ultimi 9. Insomma, volete farci il riassunto? E non in cinque punti di ribollita. Tre, due o un punto. Su cosa è migliorata l'Italia: ditemi almeno un punto. Il fisco? La burocrazia? Il lavoro? In cosa è migliorato questo Paese? Andiamo al riassunto, andiamo al riassunto.
Se poi non succede mai niente di concreto non potrà sempre essere colpa del nemico. Una volta l'opposizione, poi i magistrati, i comunisti, i rom, la Corte costituzionale. Ma quanti anni volete governare perché sia colpa vostra? Volete governare per 80 anni? Quanto volete governare?
Il Paese ha bisogno di fatti veri e non di propagande di miracoli. Mi spieghi il misterioso motivo per cui lei, signor Presidente del Consiglio, non va a Napoli o non lo cita neanche. Io ci vado domani. Vogliamo andare insieme a vedere dove è il miracolo dei rifiuti? Vogliamo andare insieme a L'Aquila per vedere a che punto si trova il programma di ricostruzione? Adesso ci stiamo andando noi. Venga anche lei a farsi un giro.
L'onorevole Barbareschi, nel suo intervento bello e onesto, si chiedeva qual è il punto della vostra crisi politica. È la distanza tra le parole e i fatti. Questo è il punto. Signor Presidente, lei arrivò con un sogno, lanciò un sogno. Poi il sogno è diventato una favola, ma la favola si è dispersa in mille bolle di sapone, se lo lasci dire.
È questa la percezione che ha il Paese.
E, allora, lei fa dire ai suoi telegiornali che è l'uomo del fare e non del teatrino della politica. Guardi, lei è l'impresario di questo teatrino qui!
La politica da quindici anni sta facendo il girotondo attorno a lei, alle sue questioni, e se lei, come si è visto questa estate, indica con il dito un malcapitato, quello lì va alla gogna per colpe che a lei sarebbero (e sono) mille e diecimila volte perdonate; questo non è accettabile.
I deputati vanno e vengono, lo ribadisco, perché c'è un limite a tutto. I deputati vanno e vengono; noi viviamo ormai nei paradisi fiscali della politica, le carriere sono al portatore, le leggi sono al portatore.
Cara Lega, lasciamo stare, quando vi siete stancati di osannare i vostri Ministri, volete spiegarmi per quale diavolo di motivo avete votato tutte le leggi che hanno favorito la cricca? Se le è fatte lei, la cricca, queste leggi! Me lo dite perché? Avanti, noi non ci arrendiamo.
Voi oggi mettete una fiducia per debolezza; per debolezza la mettete, perché nessuno vuole in mano il cerino..Ho finito, signor Presidente. Nessuno vuole in mano il cerino acceso della crisi, questa è la fiducia del cerino, parliamoci chiaro. Questa qui è la fiducia del cerino. Non potrete promettere più stabilità e più governabilità a un Governo che non sia peggio del peggio che abbiamo visto fin qui, non è possibile.
Ci vuole un passaggio che ci porti a un nuovo confronto elettorale, con regole elettorali più civili e con progetti nuovi. Lo sentiamo anche noi, intendiamoci; anche noi abbiamo alle spalle qualche errore; anche noi dobbiamo caricarci di un progetto nuovo per il Paese, ma voi non potete traccheggiare, il Paese non può aspettare.
E non veniteci a dire che abbiamo paura delle elezioni: ve le siete rimesse in tasca voi le elezioni, non noi, attenzione! Noi abbiamo da presentare un progetto al Paese. Oggi qui non si apre una pagina nuova; qui si comincia a chiudere una pagina vecchia. La pagina nuova la apriamo noi, noi la apriamo.

mercoledì 29 settembre 2010

10 milioni in un sorso

Nella noia totale del dibattito sul Piano Regionale di Sviluppo della IX legislatura, che stiamo ancora discutendo, il consigliere Prina (collega del Pd) ha presentato un ordine del giorno di sicuro interesse, che la maggioranza ha ovviamente bocciato.

Si tratta della richiesta di rivedere i canoni regionali di concessione per le acque minerali per un importo non inferiore ai 3 euro per metro cubo di acqua minerale imbottigliata. I 3 euro sono la media delle regioni virtuose. In Lombardia, invece, il canone è di 0,516 euro per metro cubo. Quasi un sesto. Attualmente i proventi derivanti dai canoni di concessione delle acque minerali vanno alle Province lombarde per il risanamento idrogeologico e ambientale dei loro territori.

La cifra che si potrebbe ricavare dall'adeguamento del canone, infine, calcolata sui dati parziali forniti in relazione all'anno 2009, sarebbe pari a 10 milioni di euro.

A me pare una di quelle cose che sarebbe giusto promuovere anche fuori da quest'aula, un po' sorda e un po' grigia, come sempre. Ovviamente, si tratta di una questione che riguarda la Lombardia ma anche tutte le altre regioni italiane, a parte il Veneto e il Lazio (che sarebbero le regioni virtuose a cui faceva riferimento il collega consigliere).  

(fonte http://civati.splinder.com/)

martedì 28 settembre 2010

Ultimo Dpef certifica aumento delle tasse

"La destra ha aumentato le tasse. Chi avesse dubbi al riguardo si legga l'ultimo Dpef varato dal governo Berlusconi nel quale è scritto, nero su bianco, che la pressione fiscale è aumentata. È un dato incontrovertibile". Lo ha detto Andrea Lulli, capogruppo Pd in commissione Attività produttive della Camera.
"Invece di continuare con il mantra della riduzione delle tasse, rinviata di anno in anno da più di un decennio, il ministro Scajola - ha proseguito Lulli - faccia qualcosa subito per ridurre almeno la 'tassazione occulta' a cui sono sottoposti gli italiani. Dalle bollette di luce e gas ai pedaggi autostradali, dal canone Rai alla benzina, ogni voce di spesa nei bilanci delle famiglie è aumentata. Per i soliti furbi, invece, il governo vara lo scudo fiscale, elimina la tracciabilità dei pagamenti e allenta i controlli contro l'evasione e l'elusione fiscale".

sabato 25 settembre 2010

Il più clamoroso oppositore del governo B

Si chiama Roberto Formigoni. Titolo del Corriere di oggi: «I tagli del governo paralizzano la Regione». Fini in confronto è un pierino. Sentite cosa dice Formigoni della manovra e di quello che succederà in Lombardia:

Le politiche sulla casa? Bloccate completamente.

Gli aiuti alla famiglia? Decurtati dell'86%.

Gli incentivi per le imprese? Dimezzati.

La scuola, con annessi bonus? Se va bene lo prenderanno uno su due [ai buoni scuola non riesce a rinunciare, meglio tagliare i contributi alle famiglie].

La sicurezza? Un taglio secco del 55 per cento.


700 milioni in meno da Roma, altri 700 milioni bloccati dal Patto di stabilità. Una vergogna. «Così si blocca tutto. La manovra pesa in modo insostenibile su regioni virtuose come la Lombardia». Colpisce il silenzio dei dodici milioni di ministri che vengono dal Nord e dalla Lombardia in particolare. B, Bossi, Brambilla, Calderoli, Gelmini, La Russa, Maroni... dove sono? Perché si sono dimenticati della loro Regione?

A chi ha chiesto le dimissioni di Fini, in questi giorni, suggeriamo di chiedere le dimissioni di Formigoni. Uno che parla così male del proprio governo, dopo essere stato completamente abbandonato (lui e tutta la sua regione, s'intende), va espulso. Minimo.